Nord VS Sud: Il funerale

SUD: Il marito morto tendenzialmente è sdraiato sul letto nuziale e, possibilmente, adagiato su una bella ed elegante coperta, la casa è piena di fiori e candele, un mix di odori allucinate, i vicini portano da mangiare ai parenti, la casa della vedova diventa un salotto dove le visite si susseguono a qualunque ora del giorno, la vedova è rigorosamente vestita di nero con tanto di calze anche se è il mese di agosto, il morto arriva in chiesa seguito da un corto che parte da casa sua, la vedova ha il viso lacerato, le vedove più in la con gli anni spesso si graffiano il viso per evidenziare la disperazione. Nei giorni successivi al funerale la televisione è spenta, si pratica quasi il digiuno o comunque non si mangiano dolci, fritture ma, si mangia solo per nutrirsi, non si esce di casa.

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NORD: Solitamente di muore in ospedale e quando si muore in casa il corpo del defunto viene spostato in poco tempo, pochi fiori e candele in casa, nessuno ti porta da mangiare, nessuno viene a farti visita al massimo si va al rosario in chiesa, chi vuole partecipare al funerale va il giorno prestabilito direttamente in chiesa e, dopo il funerale la vedova continua la sua vita, mangia, dorme, si veste come vuole senza il timore di essere criticata dai vicini, insomma, fa quello che vuole.

Dico questo perché mi ha sorpreso vedere una vedova in un bar a prendere il caffè il giorno della cremazione del marito, (ah, al sud non si crema nessuno), era triste ma tranquilla, parlava con le persone, col barista, ha giocato con mio figlio, ecco, dalle mie parti una vedova ottant’enne al bar sarebbe da prima pagina del giornale locale. Le differenze sono tante ma, domani, si parlerò di una vedova un po’ particolare.

Prediciottesimo: storia di un nuovo fenomeno culturale.

Cos’è un Prediciottesimo?

Il significato del termine prediciottesimo deriva dal fatto che il protagonista di questo genere di video, solitamente un ragazzo o una ragazza, non ha ancora compiuto i 18 anni di età. In molti casi i corto/mediometraggi, mediamente di durata compresa tra i 6 e i 20 minuti montati, sono mostrati durante la festa per la celebrazione dei 18 anni del ragazzo o della ragazza ripresi.

 

Storia di un nuovo fenomeno culturale

Il fenomeno, nato nelle regioni del sud, è andato via via diffondendosi in tutto il resto d’Italia, finendo davanti agli occhi di tutti quando i primi video furono caricati su Youtube nel 2013, generando sul web un vero e proprio fenomeno culturale che inevitabilmente mosso polemiche, dividendo in breve l’opinione del popolo della rete tra chi ne critica l’aspetto eccessivamente trash e quelli che invece ne esaltano la genuinità e la spensieratezza, considerandoli dei veri e propri “cult”.

Sull’onda del successo dei video su Youtube, alcuni utenti hanno pensato di dare vita a delle simpatiche parodie che hanno alimentato ulteriormente la popolarità di questo fenomeno, al punto che i prediciottesimi sono diventati oggetto di approfondimenti televisivi, tra i quali è doveroso menzionare soprattutto “Le Iene” e “La vita in diretta“, che hanno dato ulteriore risalto ai protagonisti dei video. È inoltre notizia recente che, dalla prossima stagione, le reti Mediaset proporranno, su La5, un format televisivo dal nome “Il Boss dei prediciottesimi“.

Purtroppo, però, l’interesse crescente ha visto il manifestarsi anche di commenti dai toni inaccettabili, come insulti e critiche sterili frutto di pregiudizi, che hanno spinto alcuni protagonisti dei video o gli autori degli stessi a renderli privati, oppure a rimuoverli.

Lo stile inconfondibile del pre diciottesimo

Indipendentemente dai diversi modi in cui il nome di questo genere di filmati può essere scritto (prediciottesimo, pre diciottesimo, pre18esimo, pre 18esimo, etc), i video che appartengono a questo filone hanno un comune denominatore: lo stile patinato. Basta dare un’occhiata a qualche filmato, infatti, per rendersi subito conto che lo scopo dichiarato è quello di imitare i videoclip delle grandi star della musica internazionale: pose ammiccanti, sguardi a volte profondi e altre seducenti, camicie sbottonate per i ragazzi e tacco dodici per le ragazze.

Chi realizza i video dei prediciottesimi?

Sebbene alcuni filmati-parodia siano evidentemente amatoriali, benché conservino una buona qualità video, di norma i prediciottesimi “autentici” vengono realizzati da veri e propri fotografi e cameraman professionisti, molti dei quali firmano le loro opere nei video e si occupano delle fasi di post produzione. Nel corso dei finora due anni di vita di questo fenomeno, alcuni studi fotografici hanno intravisto le nuove opportunità lavorative offerte dalla domanda crescente di questo genere di video, e hanno così integrato con il prediciottesimo i loro servizi.

Quanto costa un prediciottesimo?

Sebbene alcuni professionisti riferiscano un range di costo che va dai 600 euro ai circa 2000, il prezzo di un prediciottesimo è variabile e dipende da molteplici fattori, come ad esempio le ore di lavoro per girare il video, quelle per montarlo, l’attrezzatura a disposizione del fotografo e molti altri elementi. Ovviamente, al fine di ottenere un risultato di qualità, consigliamo sempre di rivolgersi a dei professionisti del settore, che dispongano di un sito web e di offerte chiare.

Matrimonio al nord VS matrimonio al sud: le tradizioni

Un post simpatico che vuole ricordare le differenze delle tradizioni tra i matrimoni del nord e i matrimoni del sud, l’Italia è un paese ricco di tradizioni che necessitano di essere ricordate e onorate proprio per la nostra cultura. Ma quali sono le differenze più vere tra i matrimoni del nord e quelle del sud? Leggete questo post con un pizzico di ironia! La prima usanza che viene messa in atto è sicuramente quella del budget: al nord i sondaggi dimostrano che la spesa per un matrimonio è nettamente più contenuta di un matrimonio al sud, questa spesa sembra rispecchiare anche la quantità di invitati delle varie zone d’Italia.

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Matrimonio al nord tradizioni

La prima tradizione del matrimonio al nord è quella della sobrietà, mentre al sud i matrimoni sono delle feste calde in famiglia al nord sembra che tutto si giochi molto di più sullo stile chic e ricercato selezionando anche molto di più gli invitati che parteciperanno. Selezionato anche il menù che vedrà meno portate in favore invece di un ricevimento più prolungato.

Matrimonio al sud tradizioni

Il matrimonio al sud è una festa così sfarzosa che si è meritata un programma su realtime, forse un po’ esagerati i soggetti esaminati in questo programma hanno però portato in luce alcune tradizioni che sembrano accomunare il sud d’italia. La prima tradizione è quella della serenata, sembra si sia persa nel tempo ma i giovani che si sposano in questi anni sembrano voler riportare in luce questa tradizione. La seconda è quella delle tempistiche legate alla tavola, non si tratta di un pranzo o di una cena veloce, i matrimoni al sud sono una cosa seria! Se al nord il menù si restringe in favore dei divertimenti non pensate minimamente che al centro dell’attenzione dei matrimoni al sud ci sia il cibo a discapito del divertimento, al sud non si rinuncia a nulla!

EnChroma: gli occhiali che permettono ai daltonici di vedere i colori

«La nostra missione? Far sì che tutti nel mondo possano condividere l’esperienza di vivere i colori nella loro completezza». Tony Dykes, CEO di EnChroma ha creato una startup per aiutare le persone, quasi 300 milioni nel mondo, che soffrono di daltonismo. Produce, cioè, occhiali per uomini, donne e bambini che danno la possibilità di vedere com’è effettivamente la realtà che ci circonda.

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Come funzionano gli occhiali di EnChroma

Per il daltonico il rosso e il verde non appaiono come due colori distinti. «Il problema risiede nell’occhio e con i fotopigmenti» ricorda Donald McPherson, co-founder di EnChroma «Per questo, all’interno del team, abbiamo ragionato partendo da una semplice ipotesi: se ci fosse un filtro, un paio di lenti che siano capaci di separare i colori? In questo modo, forse, anche i daltonici vedrebbero il rosso e il verde in maniera normale».

Così, con l’aiuto di ricercatori universitari, medici, ingegneri e esperti del settore hanno sviluppato un prodotto innovativo e assolutamente efficace.

Le testimonianze di chi “ha visto” per la prima volta

«Wow! C’è un intero settore dello spettro di cui non ero a conoscenza» dice un ragazzo davanti all’intera gamma di colori «Sono confuso. Tutto ciò è straordinario». Un’altra ragazza indica il muro dove sono stati collocati tutti i colori: «Non sono mai riuscita a vedere questo. Voglio solo piangere un po’ perché non avevo realizzato quanto fossi influenzata dal fatto che non posso vedere il mondo come lo vedono le altre persone». Infine, un giovane papà vede per la prima volta i disegni del figlio: «Quando disegna lo vedo passare da un colore all’altro almeno 150 volte. Solo adesso capisco perché. Sono davvero bellissimi».

L’offerta a disposizione degli utenti è sempre più ampia. Attualmente sono a disposizione undici diversi occhiali che arrivano a costare dai 330 ai 440 dollari a seconda del modello e delle lenti installate. La startup californiana (con sede a Berkeley) mette a disposizione delle guide per capire il singolo funzionamento e le caratteristiche di questi oggetti. È inoltre a disposizione, a pagamento, l’assistenza per eventuali problemi legati al suo funzionamento.

Riuscite a immaginare una vita senza colori?

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«L’esperienza del colore è così intima che risulta davvero difficile spiegarla» racconta Tony «Le persone che hanno provato i nostri occhiali non vorrebbero più toglierseli. Si accorgono di quanto il mondo sia più spento e piatto senza poterlo vedere in tutte le sue sfumature».

Le lenti sono state realizzate grazie all’apporto di Valsapar color, che da anni si occupa dell’importanza dei colori nella vita quotidiana. E per sensibilizzare il tema ha lanciato un hashtag, #ColorForAll e uno slogan ad esso legato: “Riesci a immaginare una vita senza colori?“.

Sul sito di EnChroma, inoltre, è possibile fare un test online per capire se si possiede qualche problema agli occhi. Ovviamente non si tratta di una diagnosi medica ma di una prima iniziale verifica da approfondire, nel caso, in strutture sanitarie adeguate.

da SturtupItalia!

 

Da dove arriva la befana?

La Befana racchiude in sé una grande varietà di tradizioni, pagane e cristiane, che si intrecciano, si sovrappongono e si modificano tra loro.
Il 6 gennaio infatti – nella tradizione cristiana – è il giorno dell’Epifania, il giorno in cui Gesù Bambino si manifestava ai tre re Magi che erano arrivati a Betlemme per vederlo. “Epiphaneia” in greco significa appunto “manifestazione” e il nome “Befana” non è altro che una derivazione di questa parola.
In realtà poi nella più antica tradizione cristiana il 6 gennaio corrispondeva anche ad altre due occasioni importanti nella vita di Gesù Cristo: era il giorno in cui San Giovanni Battista lo aveva battezzato e anche il giorno in cui a Canaa Gesù si era “manifestato” con il primo miracolo (la trasformazione dell’acqua in vino).
dianaMa anche nell’antichità pre-cristiana c’erano ricorrenze importanti a gennaio: gli antichi  romani festeggiavano l’inizio dell’anno con delle feste in onore del dio Giano (Januarius deriva proprio dal nome di questa divinità) e della dea Strenia (dal nome di questa dea deriva invece la parola “strenna” nel senso di “regalo natalizio”).Il periodo fra dicembre e gennaio poi era particolarmente delicato per l’agricoltura: l’imperatore Aureliano aveva proclamato il 25 dicembre “festa del sole” e per 12 giorni (fino cioè alla “dodicesima notte” del 6 gennaio) un tronco di quercia doveva bruciare continuamente perché dal carbone prodotto (eh sì, proprio il carbone che porta la Befana!) si sarebbero potuti trarre auspici sulla fortuna dell’anno successivo.
Si riteneva inoltre che proprio nelle dodici notti precedenti il 6 gennaio la dea Diana volando nel cielo insieme ad altre figure femminili poteva rendere il terreno più fertile e fecondo.

In epoca cristiana l’immagine pagana di Diana e di queste donne è stata trasformata nell’immagine di streghe orribili e maligne, ma evidentemente il vecchio carattere positivo non è stato del tutto cancellato. Di feste per la “Befana” si comincia a parlare già nel XIII secolo (feste caratterizzate da fuochi, canti e balli). Nel Cinquecento le “Befane” sono numerose figure stregonesche che spaventano i bambini e nel Seicento queste Befane si riducono a due, una buona e una cattiva.
Solo più tardi si comincia a parlare della “Befana” come di un unico personaggio che ha in sé comunque una forte dualità (vecchia bisbetica che porta i regali ma anche il carbone) e la figura è presente in qualche variante anche all’estero (Frau Holle e Frau Berchta in Germania, per esempio).
Una origine “agricola” della Befana è del resto testimoniata anche dai suoi doni più caratteristici che sono noci e arance. E lo stesso carbone come dono “negativo” fa pensare a una tradizione certamente rurale.

befana06Né possiamo dimenticare le leggende più recenti, sempre di origine cristiana: la figura della Befana potrebbe infatti prendere spunto dalla vecchietta a cui i tre re Magi si erano rivolti per avere indicazioni sulla strada per raggiungere Betlemme dove volevano vedere Gesù Bambino. La vecchietta si era rifiutata di aiutarli e i re Magi erano partiti da soli. Il giorno dopo però, pentita di aver perso l’occasione di vedere Gesù, la vecchietta li aveva seguiti senza però più riuscire a trovare il bambinello. Per questo adesso il 6 gennaio passa in tutte le case a portare regali ai bambini. Ma queste poche cose non bastano probabilmente a spiegare tutte le tradizioni che possono convergere nella nostra Befana: c’è infatti anche chi parla di un rapporto con Santa Lucia, santa della luce, dell’illuminazione e quindi della “manifestazione”, venerata in particolare in nord Europa. E certamente altre tradizioni stregonesche di origine scandinava possono aver aiutato a modellare questo inconsueto personaggio.

da Scudit.net